Chi sono?
Sono uno dei tanti
In giro per la rete ci sono migliaia e migliaia di sezioni “chi sono”, “chi siamo”, “dicono di me”, ecc. e ci sono tantissimi esperti tra cui scegliere.
E la gara spesso è a chi ha il curriculum più lungo.
Io invece sono semplicemente uno che ha avuto tante (o troppe, dipende dai punti di vista) esperienze diverse, gran parte delle quali legate a tre fili conduttori: promozione del territorio, turismo ed eventi.
Questo mi ha permesso di affrontare “dal vivo”, in diversi ruoli, le dinamiche che si presentano di giorno in giorno, andando oltre la teoria, importantissima ma non certo sufficiente.
Sono uno che vi sta dicendo di muovervi
verso una direzione condivisa
Se siete estremamente pragmatici e non amate ascoltare, allora lasciate questa pagina, anzi vi conviene passare direttamente ad un altro sito.
Voglio raccontarmi diversamente, dal punto di vista più personale, in modo che siano chiari i miei modi di pensare e operare, ancor prima di altro.
Comunque, alla fine di questa pagina racconto “in maniera tradizionale” le mie esperienze e la mia formazione, quindi chi non ha voglia di conoscere le attitudini di chi si ha di fronte, può andare in fondo.

Potrei iniziare con il percorso di studi, ma so che serve a poco (ma questo, per altri motivi, lo dice anche chi si è fermato) e continuare con le docenze in Marketing delle destinazioni turistiche, o Destination Management, come si dice quando si vuole parlare bene.
Passione e sguardo sempre oltre il naso a 360 gradi
Turismo ed eventi, prima che lavoro, sono vere e proprie passioni che ho seguito per metà della mia vita, anche mentre mi sono occupato di altro.
Ho potuto toccare con mano che questi due settori, strettamente legati tra loro, hanno in comune l’aspetto emozionale che, se tenuto in conto e valorizzato, rappresenta un elemento di fortissima attrazione.
E se si vuole sviluppare un territorio, è necessario che turismo ed eventi progrediscano entrambi, che siano quasi in simbiosi. E in entrambi la popolazione gioca un ruolo da protagonista.
Studio continuo, osservazione ed esperienze lavorative mi hanno portato alla convinzione che, soprattutto nei piccoli centri, il coinvolgimento della comunità mira ad un obiettivo per cui vale la pena impegnarsi a fondo: un benessere diffuso e condiviso.
Questione di feeling
Per non annoiare ancora oltre chi legge, per concludere, voglio parlare di cosa mi piace e cosa non mi piace, per segnare un confine netto e per capire, subito e reciprocamente, se c’è spazio per una conoscenza che possa precludere ad una collaborazione oppure no.
Mi piace la reciproca correttezza e odio l’ipocrisia perché è il pericolo più grande per chi, come me, crede nella lealtà e ha fiducia e dà fiducia per principio, ancor prima di approfondire.
Iniziare col freno tirato non produce nulla di buono, poi quel che succede, succede. Si deve sempre partire a razzo.
La collaborazione è come in amore: la chimica funziona più della ragione, anche se a volte si sbaglia