Fare turismo
Di teorie standardizzate, punti fermi e certezze è pieno il mondo.
Qua c’è solo la convinzione di doversi porre tante domande e che lo sforzo che paga di più è ricercare idee originali, innovative e uniche.
E trasformarle in azioni.
Diamo per scontato cosa NON fare quando si vuole sviluppare il turismo.
Per quanto riguarda cosa fare, Socrate diceva che “La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere”, quindi ascoltiamo il grande filosofo e partiamo dal presupposto che nessuno ha in tasca la verità anche quando si parla di turismo.
Per fare turismo in una località
basta far arrivare gente che arricchisca il territorio?
Per riflettere su come sviluppare il turismo, mettiamo da parte ogni possibile definizione “romantica” di turista e basiamoci sulle definizioni ufficiali più autorevoli.
Per rispondere alla domanda qui su, si potrebbe iniziare a scansionare e cercare di comprendere i vari tipi di turismo che vengono teorizzati.
Entrando nello specifico, bisognerebbe andare dietro alla quantità abnorme di definizioni, teorie e aggettivi accostati al termine turismo.
Da quelli più “intellettuali” come responsabile, sostenibile, sociale, ecc., a quelli in inglese come green, wellness, luxury.
L’ennesima idea di turismo
Al di là di ogni definizione o terminologia, l’idea di sviluppo turistico più vicina al mio modo di vedere le cose (tanto per aggiungerne ancora un’altra, potrà, anzi, dovrà dirsi), parte da tre pilastri:
Destinazione, Emozioni e Accoglienza.
E, soprattutto per un piccolo borgo, i tratti distintivi che rendono più o meno attrattiva la destinazione credo siano Comunità, Identità e Autenticità.
Prima di tutto serve la consapevolezza di dove si vuole arrivare, come farlo e da dove partire. Iniziando col comprendere perché si può, e a volte si deve, intraprendere un percorso di sviluppo del territorio che ponga grande attenzione al settore turistico.
Solo motivazioni forti generano azioni efficaci
Annoiamoci con una banale metafora aperta con una domanda (retorica).
Per fare un fuoco basta avere la legna?
Capita spesso di avere a disposizione una certa quantità di legna.
Ogni catasta di legna può produrre una fiamma; se ne può avere tanta e non fare fuoco e se ne può avere poca e fare fuoco.
Quindi non è importante la quantità di legna, ma la volontà di avviare o non avviare la fiamma.
Ok, la volontà di fare fuoco c’è: vogliamo fare turismo.
Ma abbiamo la tecnica per sistemare nel modo giusto la catasta?
Destinazione, Emozioni e Accoglienza
Senza entrare nei particolari, che richiederebbero approfondimenti che sono argomenti fondamentali del format Da località a destinazione – mentalità e azione“, questi tre termini possono essere sintetizzati in queste tre affermazioni
- è indispensabile la costruzione di un sistema turistico coordinato e quanto più multitarget possibile; oggi si parla sempre più di eco-sistema turistico (lo fa anche il PNRR) per esaltare le interconnessioni tra i vari elementi che determinano il suo sviluppo
- bisogna creare emozioni perché sono decisive nel processo di scelta e gradimento di una meta di viaggio e trasformano il turista in promotore della destinazione che lo ha soddisfatto
- è necessario mettere in piedi un sistema di servizi grazie al quale il turista si deve sentire a suo agio e trovare ciò di cui ha bisogno, in primis una naturale empatia che gli faccia percepire di essere “una persona gradita” e non “un ospite pagante”
Comunità, Identità e Autenticità
Stesso discorso vale per questi altri tre concetti fondamentali per il valore che assumono nella declinazione di destinazione turistica, in particolare nelle strategie di sviluppo dei piccoli borghi. E infatti:
- è fondamentale porre al centro di qualsiasi ipotesi di sviluppo la popolazione
- è indispensabile creare un’identità chiara intorno alla quale costruire il percorso di crescita; se già ne esiste una, bisogna comunque formalizzarla e rafforzarla
- infine, è importante esaltare quelle caratteristiche, tanto apprezzate dai viaggiatori, che riguardano la genuinità dei rapporti umani, dei luoghi che lo circondano (paesaggio e architettura) e di tutti gli aspetti culturali tradizionali locali, compresa la proposta culinaria ovviamente.
La ricetta della nonna
Fissati i paletti (che non sono necessariamente quelli visti sopra) tra cui fare le proprie mosse, bisogna capire cosa fare nel concreto.
Non esiste una ricetta buona per ogni circostanza, esiste la ricetta adeguata per una determinata situazione.
Ma per fare un qualunque dolce, ce lo insegna ogni nonna, alcuni ingredienti e alcuni procedimenti sono obbligatori. Questo vale anche per sviluppare il turismo in una località.

Soprattutto quando parliamo di sviluppo di un piccolo borgo alcuni passaggi sono imprescindibili. Partendo dalla volontà reale, decisa e consapevole della comunità (e in primis della sua amministrazione), ecco alcune delle azioni che deve compiere ogni località che intenda intraprendere un cammino virtuoso verso la trasformazione in destinazione turistica.
La lista che segue è chiaramente una semplificazione, ma vuole dare l’idea di cosa può essere fatto se si ha l’intenzione di compiere un deciso passo in avanti.
La comunità
La popolazione dovrebbe essere al primo posto nei pensieri di chi immagina qualsiasi tipo di sviluppo territoriale. Ma è sempre così?
Per il settore che ci interessa, il concetto di turismo di comunità, non ha uno schema precostituito da seguire grazie al quale, dall’oggi al domani, una località diventa una destinazione turistica in cui la popolazione è partecipe al 100%, le attività fioriscono… tutti sono fratelli e si risolve la fame nel mondo.
Una sincera predisposizione
Se si vuole partire in un progetto di coinvolgimento della comunità, la pima cosa da fare è… pensare con sincerità alla comunità!
E questo deve essere un moto convinto, sentito, altrimenti non si va da nessuna parte. Ecco che tornano in primo piano i tanti richiami in questo sito alle inclinazioni personali, alle attitudini.

“La vita è una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita” diceva Forrest Gump.