Come mia abitudine, partendo da un’intuizione e da una innata curiosità, tra la fine del secolo scorso e l’inizio del nuovo millennio la testa si mise a ragionare e immaginare.
Così studiai e seguii con costanza il nascente fenomeno del turismo online, dei primi viaggi esperienziali (allora erano “nuove tendenze”) e del mercato potenziale del turismo accessibile.
Continua...
E da tutta quella mole di informazioni ne venne fuori un progetto, figlio dello schema di ragionamento che ho seguito quando ho pensato nel 2009 al ponte tibetano vicino casa mia e alle 3 idee che mi frullano nella testa in questo momento.
Parto dall’osservazione della realtà, metto insieme gli elementi che appaiono di maggiore prospettiva e mi chiedo cos’è che ancora NON esiste in quell’ambito che sto esaminato.
Senza andare per le lunghe, con questo schema mentale, avevo ipotizzato la nascita di una Borsa del Turismo Telematico e delle Tendenze Turistiche, Buy Telematic Tourism and Tourism Trends (da qui il marchio europeo BTT, sigla valida per l’inglese, l’italiano, il francese e lo spagnolo), con un terzo pilastro con un taglio sociale, ma anche economico, che riguardava, come detto, la promozione dell’accessibilità turistica. Accessibilità strettamente legata alle nuove tendenze esperienziali perché, per quanto mi riguarda, ho sempre pensato che Ia reale accessibilità deve riguardare le emozioni per tutti, dovendo essere la fruibilità delle strutture un prerequisito di civiltà e qualità.
Lo slogan era “Internet, nuove tendenze, marketing territoriale e accessibilità: il turismo del terzo millennio” e partiva dall’assunto che doveva essere un evento dal vivo, perché quandanche internet fosse diventato il padrone del mondo (cosa che venti anni fa non era assolutamente scontata per chi guardava fino al proprio naso) nulla avrebbe comunque soppiantato i rapporti interpersonali. Dopo 20 anni, nell’era delle iperconnessioni e del metaverso, la penso così ancor più di prima: il rapporto umano sarà sempre al primo posto, per quanto il futuro è anche nel virtuale.
Tenendo l’occhio fermo sulla crescita di Google (che a inizio secolo non era il leader assoluto di oggi), sulle dichiarazioni dei massimi organismi internazionali e analizzando statistiche su statistiche, giravo con l’idea che marketing tradizionale e marketing online, in futuro, dovessero convivere. Per questo, e per la mia attività prevalente di allora di organizzatore di eventi, pensavo ad una manifestazione borsistica in presenza.
Due righe riguardavano una considerazione nata dalla passione per la tecnologia che mi faceva scrivere: ” Il futuro di internet sarà sul cellulare”. Allora si chiamavano così.
Le derisione alla BIT del 2004
Dopo tanti incontri e una moltitudine di lettere mandate in giro per mezza Italia senza avere risposta, alla BIT di Milano mi incuriosì uno dei tanti dibattiti e andai a seguirlo. Era più di un anno che giravo col mio progetto nella 24 ore.
Anche lì, come al mio solito, dissi ciò che pensavo senza filtri.
Continua...
Nonostante il dibattito avesse come titolo qualcosa del genere “Il turismo tradizionale contro quello online” e si svolgesse in uno spazio allestito come un ring, con un operatore del settore turistico tradizionale da un lato e nell’altro angolo un operatore online, feci un intervento e fui deriso da tutti i presenti (tranne uno).
Avevo detto qualcosa del genere: “tra qualche anno questo ring non esisterà più, e la gran parte dei presenti sarà costretta a cambiare schieramento”.
Fortunatamente in pochi minuti raccolsi così tante risate di sufficienza da conservarmene abbastanza per farmene negli anni seguenti.
E ne ho ancora un bel po’.
L’unico che invece sorrideva sotto i baffi era il “pugile” dell’online nonostante gliele avessero suonate un bel po’.
Era l’amministratore delegato di Lastminute.com.
Gli incontri speciali, quelli che ti fanno sorridere (amaramente) per il resto della vita
Dopo questo episodio, nonostante centinaia di comunicazioni senza risposta e i numerosi incontri presso istituzioni regionali, provinciali, comunali, Camere di Commercio e gruppi di rilievo dell’imprenditoria turistica, ho continuato a fare il giro delle sette chiese per un altro paio di anni raccogliendo la più totale indifferenza.
A chi volesse farsi due risate (amare), posso raccontare, tra gli altri, un incontro con un assessore al turismo di una provincia (ecco un estratto della mia comunicazione che mi ha portato all’appuntamento in questione) e uno con il vertice della promozione turistica di una regione che mi hanno lasciato l’amaro in bocca per i motivi che vi illustro.
Quando ho parlato con questo ennesimo assessore al turismo, erano già un paio di anni che il turismo online aveva iniziato a prendere il volo e altrettanto tempo avevo girato qua e là a proporre il progetto.
In questo estratto della comunicazione protocollata, alcuni degli spunti sul potenziale dell’idea che avevo in mente.
Continua...
In queste occasioni ho ricevuto risposte che mi hanno dato la misura di quanto, a volte, a ricoprire dei ruoli importanti ci siano persone totalmente inadeguate, non perché ignoranti o incapaci (è un diritto non sapere o non capire), ma perché chiuse nelle loro migliori qualità: arroganza e presunzione.
Nel primo caso, la risposta infastidita dell’assessore fu di questo tenore, non potrò mai dimenticarlo: “ci vorranno almeno un altro paio di generazioni per il turismo in internet”, disse proprio così, “e comunque rimarrà una goccia nell’oceano, e poi i telefonini non potranno mai prendere il posto dei pc”.
Nel secondo caso mi furono concessi solo 5 minuti perché tutta la struttura era impegnata “in cose più concrete”, e cioè una “importantissima trasferta di lavoro all’estero” per promuovere il turismo regionale “in un mercato fondamentale” per le imprese locali, e bla bla bla.
Era la fine di giugno del 2006 e la nazionale Italiana avrebbe vinto i mondiali di calcio il 9 luglio a Berlino.
Alzi la mano chi ha indovinato in quale nazione era diretto il gotha della promozione turistica istituzionale.
E così, tra una cosa e l’altra, cinque anni dopo l’inizio del mio tentativo (fallito) di trovare partner, a novembre del 2008 a Firenze è iniziato il cammino virtuoso della BTO, il primo evento al mondo sul turismo online, e solo negli anni a seguire sarebbero nate manifestazioni che si occupavano di turismo esperienziale e accessibilità.
Un sogno può essere vissuto come un fallimento?
Questa è la storia che ancora mi addolora, non solo quale grande rimpianto professionale ovviamente, ma soprattutto mi addolora per il fatto che una regione meridionale avrebbe potuto essere pioniera delle (allora) nuovissime tendenze di turismo che andavano nascendo e che la statistica prevedeva crescessero in maniera impetuosa. Il meridione sarebbe potuto diventare protagonista di un grande evento internazionale del settore turistico, unico e innovativo (per quel tempo).
Continua...
Purtroppo capisco bene perché nessuno dei miei interlocutori ascoltasse i miei ragionamenti, non essendo né mandato a colloquio su raccomandazione né legato a qualche personaggio a cui non si poteva dire un no secco, ma non capirò mai perché nessuno si soffermasse a leggere i numeri, le statistiche, i freddi dati, senza colore. E peggio ancora nessuno coglieva cosa avrebbe potuto significare promuovere sul proprio territorio un qualcosa di fortemente innovativo e che non esisteva ancora al mondo.
Non ci saremmo dovuti sforzare ad organizzare la migliore borsa del turismo tra le tante organizzate nel mondo, avremmo dovuto pensare ad essere la prima borsa mondiale del turismo online.
Quello che mi ha fregato è stato il mio amore per il sud, la mia convinzione che quella idea potesse avvicinare il mio meridione al maggior dinamismo delle regioni centro-settentrionali; la voglia di contribuire a far fare un piccolo salto in avanti soprattutto alle regioni in cui ho legami di sangue.
E con questo spirito ho pensato, come sempre, ad un bene collettivo e non al mio egoistico desiderio professionale, e questo è il mio più grande difetto… che però conservo gelosamente, ahimè.
Col senno di poi avrei potuto, e forse dovuto secondo qualcuno, affacciarmi più su di Roma.
Mi chiedo ancora: io ho fatto un bel sogno e mi sono risvegliato senza nulla, ma questo fallimento è soltanto mio?
Qualunque sia la risposta, dentro di me è rimasta la bellezza di quel sogno.
La voglia di sognare ancora
Non so se avrò ancora qualche idea tanto avanti con i tempi ma di certo, nonostante questa cocente delusione, ho mantenuto la stessa voglia e la stessa passione di quando, a 30 anni, facevo fumare il cervello e studiavo continuamente come cercare qualcosa di innovativo e unico.
E così, anche quando ho promosso un territorio, anche attraverso un semplice raduno di camperisti, non ho puntato a fare qualcosa di meglio, ma a qualcosa di unico, portando per la prima volta in Basilicata il Presidente nazionale della Confedercampeggio e molti presidenti delle federazioni regionali.
La maniacale ricerca della qualità e la voglia di smuovere le emozioni ci ha portati a Mondo Natura a Rimini a ritirare il premio come “Migliore accoglienza in un borgo italiano”. Era settembre 2009.
E proprio di ritorno da quel viaggio, mettendo insieme la scena di un film, un ragionamento su cosa non esisteva ancora e una visione di comunità, ho espresso con entusiasmo un’idea, poi tradotta in realtà diversi anni dopo.
Anche dopo tanti fallimenti, chi ama sognare non smetterà mai.
Qualunque cosa succeda, non si spegneranno sorriso e creatività.
Niente è più potente di un sogno.